Ci sono alfabeti ancora da scoprire
conficcati negli interstizi della carne
nel rantolo di bacche chiuse
nel lampo di occhi spenti
nel sussulto di arti sedati.
L’uomo procede eretto ma ha i piedi fermi
sulla sua mai tramontata preistoria.
(Lea Melandri, Passaggi, 6/2/2016, Milano)
Paolo Vernaglione Berardi (pdf)
Pochi artisti fanno esperienza della soglia del linguaggio, laddove corpo e scrittura sono una forma di vita. Sembra giusto nominarli artisti dell’esistenza, se l’arte è solo occasionalmente poesia, pittura, musica, espresse nella loro lingua tecnica.
Artiste e artisti sono coloro che fanno della forma di vita un’estetica dell’esistenza. La vita politica è questa forma in cui corpo e lingua toccandosi si indifferenziano. Lea Melandri, filosofa femminista, madre della rivista L’Erba Voglio, è stata inventrice dei primi scritti teorici del movimento delle donne.
Storica e scrittrice, l’autrice de L’infamia originaria, che nel 1977 continuava la contromilitanza femminista che demoliva l’autoritarismo e il leaderismo gauchiste, ha costruito dagli scorsi anni Settanta ad oggi un sapere dell’esperienza raro e prezioso quanto può esserlo il discorso segreto che forma l’unica possibile politica, quella che destituisce il corpo da sempre maschile del Politico. Continua a leggere “Il sogno d’amore e il desiderio dissidente”